Le origini del Metodo Pilates

Il metodo Pilates nasce dalle intuizioni, dagli studi e dalle sperimentazioni di Joseph Hubertus Pilates, nato in Germania nel 1883.
Per rimediare alla gracilità del suo corpo e alla precarietà della sua salute, il giovane Joseph pratica body building, sci, immersioni subacquee e diverse discipline atletiche.

Trentenne, si trasferisce in Inghilterra dove lavora come allenatore, pugile, acrobata in un circo e istruttore di autodifesa per la polizia locale.

Fatto prigioniero durante la prima guerra mondiale, Joseph affina le sue tecniche aiutando i suoi compagni di sventura, spaziando dallo yoga ed altre discipline orientali fino allo studio del movimento degli animali. I compatrioti da lui allenati, rafforzati nel corpo e nello spirito, furono tra i pochi prigionieri a non essere colpiti dalla grande epidemia influenzale detta “spagnola”.

Trasferito sull’isola di Man, Pilates sperimenta le sue prime “macchine” da allenamento con i reduci di guerra, molti dei quali feriti, menomati o traumatizzati. Per sostenere la riabilitazione degli allettati, Joseph utilizza le molle delle reti e la struttura dei letti.
I primi grandi attrezzi saranno perfezionati in Germania, alla fine della guerra, e costituiscono tutt’oggi i modelli base per le attrezzature attuali del metodo Pilates.

Ad Amburgo conosce l’artista e coreografo Rudolph von Laban, ideatore della Labanotation (una delle forme di registrazione scritta di balletto più rinomate nel mondo), che integra l’approccio al movimento di Joseph nel suo metodo di insegnamento.

Dopo aver rifiutato un ruolo come allenatore del nuovo esercito nazionale, Pilates emigra negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale. Con suo moglie Anna Clara Zuener, conosciuta durante il viaggio, Joseph apre uno studio nello stesso edificio che ospita il New York City Ballet.
La diffusione delle sue pratiche nel mondo della danza è immediata e trova in Martha Graham e Gorge Balanchine i suoi primi grandi sostenitori.

Nel 1934 pubblica In Your Health (“La tua salute”), in cui illustra le sue prime teorie su salute e fitness, suggerendo alcuni esercizi per dare sollievo dalle tensioni muscolari quotidiane.

Nel 1945 scrive Return to life through Contrology (“Ritorno alla vita tramite Contrology”), un libro di esercizi che di fatto codifica il suo metodo, cui assegna il nome di Contrology (da “Control”, con riferimento al controllo dei movimenti tramite la concentrazione e la respirazione).

Negli anni successivi, il suo lavoro non si limita alla codifica di esercizi ma continua con il perfezionamento degli attrezzi, parte integrante del metodo stesso.

Dopo la morte di Pilates, avvenuta nel 1967 all’età di 87 anni, il metodo si diffonde negli Stati Uniti grazie alla moglie Clara e tramite alcuni suoi allievi, tra cui Kathy Grant, Lolita San Miguel, Ron Fletcher, Carola Trier e Romana Kryzanowska.

In Italia il Metodo Pilates originale è stato introdotto da Anna Maria Cova, ex ballerina di danza classica che ha appreso la tecnica nel 1989, a New York, proprio da Romana Kryzanowska, la quale rilevò lo studio di Joseph e Clara. Specializzata fino ai massimi livelli nel metodo originale, Anna Maria Cova aggiunge la sua esperienza come terapista della riabilitazione ed elabora il Metodo CovaTech® Pilates®, registrando il marchio “Pilates” per l’Italia.

Attualmente il Metodo CovaTech® Pilates® è riconosciuto a livello internazionale come uno degli sviluppi più importanti degli insegnamenti di Joseph Pilates. Le nostre istruttrici si sono formate presso la CovaTech® Pilates® School e lo studio Pilates Napoli è stato per oltre dieci anni centro certificato CovaTech® Pilates®.

I principi del metodo Pilates

Filo conduttore della tecnica sono i sei principi base: concentrazione, controllo, baricentro, fluidità, precisione e respirazione.

  • Attraverso la concentrazione si apre un dialogo interiore che guida il corpo nell’esecuzione dell’esercizio, per arrivare al controllo totale del movimento.
    Il fulcro della concentrazione durante gli esercizi è interno, orientato su forma e figura del movimento.
    Niente deve essere trascurato per raggiungere per raggiungere l’obiettivo: essere consapevoli di sé, del proprio corpo e dello spazio in cui ci si muove.
  • Grazie alla concentrazione, si arriva ad avere il controllo totale di ogni movimento che così diventa lento e fluido come una danza e tonifica tutti i muscoli. La mente sa cosa il corpo sta facendo e ne guida senza sforzo ogni movimento.
  • La forza e la stabilita’ del baricentro fanno fluire il movimento rispettandone la sua natura continua.
  • Il controllo del baricentro restituisce al corpo la postura migliore e dà armonia e fluidità ad ogni movimento. I muscoli addominali diventano forti ed elastici per svolgere meglio la loro funzione di supporto alla colonna vertebrale.
  • La precisione fa perfezionare ogni dettaglio e lavorare anche i muscoli più deboli. Il tono è migliore in tutto il corpo, i movimenti sono bilanciati, gli organi interni sono protetti, ma il corpo non e’ inutilmente affaticato. Precisione e respirazione sono il punto di arrivo di un’esperienza olistica in cui grazia e accuratezza si alleano alla piena efficienza.
  • Il respiro scandisce il ritmo naturale al movimento liberando l’energia e riducendo la sforzo fisico e mentale. Grazie alla coordinazione della respirazione, la concentrazione viene mantenuta senza sforzo con il movimento,i muscoli si attivano e i movimenti diventano fluenti e aggraziati.